mercoledì 21 gennaio 2015

Impasti ancestrali (II)


Maccheroni o gnocchi

Ritenere che i maccheroni del paese di Bengodi, i quali incessantemente vengono giù da una montagna di  parmigiano grattugiato, siano proprio questi, non verrà considerato atto da creduloni [4]. Giovanni  Boccaccio soggiornò per una decina d’anni a Napoli e il “Liber de coquina” era già in circolazione da un  po’. [5] La ricetta dei maccheroni-gnocchi richiede un impasto di farine di grano tenero e di grano duro  (semolino) [6] Le proporzioni sono 2 di farina e 1 di semolino a grana fine. La miscela viene impastato  brevemente con uova (1 uovo per circa 100g di sfarinato), facendolo diventare omogeneo. L’impasto verrà
 sodo, ma non deve essere duro (semmai usare anche un po’ d’acqua). Ottenere qualcosa di simile a dei cilindri di circa due centimetri di diametro, da cui si ricavano dei pezzetti un poco più lunghi. Vanno passati sui rebbi di una forchetta o sull’apposito strumento che si usa con gli gnocchi di patate (possono piacere anche così come sono). Questi maccheroni si cuoceranno nel brodo di carne (meglio se di capponi come consiglia Boccaccio nel Decamerone). Come gli gnocchi di patate, sono cotti quando vengono a galla. Si condiscono con parmigiano (che altro!) e burro ma si può provarli anche col pecorino da grattugia.


[4] G.Boccaccio – Decamerone “… una montagna di formaggio parmigiano grattato, sopra la quale stavano genti che niuna altra cosa facevano che fare maccheroni e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quinci giù …” – Ottava giornata – Terza novella
[5] G.Boccaccio è figlio di un socio della Compagnia dei Bardi società, come si direbbe oggi, protagonista delle attività finanziare del regno Angioino. Viene mandato a Napoli nel 1327-28 per fare pratica bancaria e, data la sua posizione, vive con i nobili alla corte angioina.
[6] All’inizio erano tutti maccheroni. Perché questo era il significato del termine : maccare, cioè ammaccare, schiacciare (col mattarello), impastare (L.Messedaglia) I segni dello sviluppo di tecnologie per lavorare gli impasti e di tecniche di essiccazione si ritrovano a Genova dal XIII secolo.


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